Sanificazione con raggi ultravioletti UV-C

Un'arma potentissima per la sicurezza della tua azienda
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Perché la tecnologia UV-C?

La luce si divide in raggi visibili, raggi infrarossi e raggi ultravioletti

I Raggi ultravioletti (invisibili) si classificano in:
UV – A (proprietà abbronzanti)
UV – B (proprietà terapeutiche)
UV – C (proprietà germicide)

La banda UV-C elimina virus, batteri, funghi, spore, muffe e acari distruggendone il DNA e inibendone riproduzione e proliferazione.

La tecnologia UV-C è una disinfezione fisica con un ottimo rapporto costi/benefici, è ecologico e, al contrario degli agenti chimici, funziona contro tutti i microrganismi senza creare resistenze.

I raggi UV-C sono una tecnologia consolidata, conosciuta ed usata efficacemente da oltre 75 anni in ospedali e strutture sanitarie. Gli apparecchi a raggi UV-C possono essere installati su ambienti e macchinari ed essere programmati per mantenere lo stesso grado di disinfezione giorno e notte garantendo condizioni ideali dal punto di vista igienico senza alti e bassi.

Diversi enti e organizzazioni di levatura mondiale, come OMS, EPA, CDC, ASHRAE e molti altri consigliano l’uso dei raggi UV-C per la disinfezione di acqua ambienti e sistemi dell’aria condizionata.

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    Dove viene utilizzata la tecnologia UV-C
    Non esistono micro-organismi resistenti ai raggi UV-C.

    Industrie alimentari e farmaceutiche


    Per disinfettare aria e superfici, contenitori di prodotti, isolare zone “protette” per produzione ed confezionamento. Gli interventi aumentano la sicurezza e la conservazione dei prodotti poiché non lasciano residui e permettono di evitare o ridurre l’uso di disinfettanti chimici.

    Strutture sanitarie
    e ospedaliere


    Negli ospedali e strutture simili per evitare la trasmissione del virus e quindi il possibile contagio tramite pericolosi batteri o virus che possono essere presenti nell’aria o trasportati per contatto da malati o visitatori, come ad esempio TBC, Legionella, MARS e il nuovo COVID-19 (Coronavirus).

    Sistemi di condizionamento dell'aria (UTA)


    I sistemi di condizionamento dell’aria (UTA) sono molto utili per evitare il fastidioso e soprattutto pericoloso formarsi di muffe e batteri all’interno delle centrali di trattamento aria o nelle canalizzazioni. Questi infatti sono i principali responsabili della Building Related Illness (BRl) o “Malattia correlata all’edificio”.

    Sistemi di trattamento delle acque


    Destinate al consumo umano e animale e all’uso sanitario, per eliminare tutti i microrganismi presenti nelle acque provenienti da pozzi, cisterne e acquedotti.

    Uffici, negozi e ambienti domestici


    I raggi UV-C sono usati per evitare il formarsi di muffe sui muri, per allontanare gli acari dalla camera da letto, per mantenere salubre l’aria all’interno di un locale, per trattare l’acqua.

    Ristorazione industriale


    I raggi UV-C sono in grado di eliminare anche gli odori e i depositi di grasso nelle cucine industriali e nel settore della ristorazione in genere.

    La progettazione e l’installazione di un impianto UV-C è molto importante che sia svolta da personale multidisciplinare adeguatamente formato ed esperto.

    Occorre realizzare uno studio dell’ambiente, installare apparecchi adeguati al risultato cercato e formare il cliente per una corretta gestione degli apparati.

    Errata irradiazione, progettazione, installazione potrebbe causare problemi di salute o danneggiare apparecchiature elettriche.

    CONTATTACI SUBITO

    I RAGGI UV-C E IL COVID-19

    L’aria ha un ruolo significativo nella trasmissione delle malattie. L’attuale Coronavirus è stato al centro di un primo esperimento, condotto dagli scienziati del laboratorio di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases: l’Istituto americano per le malattie infettive. Spruzzato tramite aerosol in condizioni di laboratorio, il Coronavirus sopravvive fino a tre ore. Nel periodo tra il momento della nebulizzazione e lo scadere delle tre ore, la sua quantità si riduce significativamente, dimezzandosi nell’arco di un’ora). Al momento non sono disponibili test specifici sulla resistenza agli UV del Coronavirus SARS-Cov-2, ma è comprovata l’efficacia dei raggi ultravioletti nella disinfezione di aria e superfici da microrganismi ben più complessi e difficili da trattare rispetto a questo virus, come MRSA, Ebola e Legionella.

    Si stima che il virus Coronavirus SARS-CoV-2 possa sopravvivere sulle superfici fino a nove giorni sulla base della sua somiglianza a SARS e MERS. I disinfettanti standard sono efficaci contro la SARS-CoV-2, ma per avere ulteriore protezione e difendersi da errori nel processo di disinfezione manuale, la luce ultravioletta può essere usata per disinfettare le superfici e le attrezzature in seguito alla disinfezione chimica manuale.

    La tecnologia UV è dunque uno strumento valido nella lotta contro H1N1, SARS, MERS e ora anche COVID-19.

    UNA TECNOLOGIA COLLAUDATA

    I raggi ultravioletti UV-C sono una tecnologia ormai consolidata e utilizzata da moltissimi anni. Le radiazioni dei raggi UV-C (100-280nm) hanno forte effetto germicida che si estende a batteri, virus, spore, funghi muffe ed acari, danneggiando il loro apparato riproduttivo e impedendone così la replicazione. I raggi UV-C sono presenti in natura perché sono generati dal sole, ma lo strato di ozono presente in atmosfera svolge un’azione schermante evitando che possano giungere sulla superficie terrestre.

    Batteri, Virus, Spore, Funghi, Muffe ed Acari, sono tutti sensibili, quindi eliminabili, con i raggi UV-C.

    La trasmissione avviene sempre tra persona e persona e non direttamente attraverso l’aria. Quella che viene definita “distanza sociale” è l’unica buona pratica per evitare quindi i contagi.

    In un ambiente chiuso e con un limitato ricircolo d’aria i respiri e le “goccioline” emessi dalle persone starnutendo, tossendo e parlando possono concentrarsi a livelli che rendono rischiosa la presenza di più persone in caso di contagiati.

    La condivisione di spazi chiusi comuni è quindi da evitare quanto più possibile a meno che non ci siano sistemi che “diluiscono” la concentrazione della carica microbica (raggi UV-C) o vengano previsti frequenti ricambi d’aria.

    Il sole emette fotoni in una vasta gamma di frequenze, che coprono quelle della luce ultravioletta in tutte e tre le bande UV-A, UV-B e UV-C ma, a causa dell’assorbimento da parte dell’ozonosfera, circa il 99% degli ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre sono UV-A. Infatti quasi il 100% degli UV-C e il 95% degli UV-B è assorbito dall’atmosfera terrestre.

    Qualche domanda sui raggi UV-C? Ecco tutte le risposte
    E se hai bisogno di maggiori informazioni, contattaci

    CHI CONSIGLIA L’USO DEI RAGGI UV-C?

    Diversi enti e organizzazioni di levatura mondiale, come WHO, EPA, CDC, ASHRAE e molti altri consigliano l’uso dei raggi UV-C per la disinfezione di acqua ambienti e sistemi dell’aria condizionata; LIGHT PROGRESS è associato IUVA (International UltraViolet Association), organismo mondiale che si occupa di raccogliere e mettere a disposizioni degli utenti tutte le informazioni disponibili e che organizza diversi meeting a livello internazionale ogni anno; IUVA, raccogliendo tutte le informazioni disponibili ha inoltre pubblicato un documento che fornisce le basi per la progettazione dei diversi sistemi e applicazioni UVGI (UltraViolet Germicidal Irradiation).

    CHE EFFETTO HANNO I RAGGI UV-C SUL CORPO UMANO?

    Una irradiazione continuativa di occhi e pelle potrebbe provocare eritemi e congiuntiviti, normalmente risolvibili in poche ore, tuttavia è bene evitare di esporsi direttamente anche per brevi periodi a fonti di raggi UV-C a breve distanza. Per evitare esposizioni dirette è sufficiente frapporre fra se stessi e la fonte UV-C qualsiasi materiale non trasparente alla luce visibile (abiti, camici o tute di cotone o lana) o anche vetri e plastiche trasparenti (maschere, caschi, occhiali appartenenti alle categorie sopra descritte.

    I RAGGI UV-C FUNZIONANO DAVVERO ?

    I raggi UV-C funzionano davvero. Già nel 1877, gli scienziati inglesi Thomas Blount e Arthur Downes scoprirono che la riproduzione di alcuni micor-organismi era bloccata dalla luce del Sole. Ulteriori ricerche portarono alla luce che questo effetto era dovuto alla parte invisibile della luce solare ovvero alle lunghezze d’onda minori di 320nm. Ma come in tutte le cose, la differenza fra un progetto di qualità che porta ai risultati attesi dal Clienti e un’applicazione superficiale senza risultati è data dalla profonda conoscenza dell’argomento e dall’esperienza acquisita nel tempo.

    COME È POSSIBILE VALUTARE L’EFFICACIA DEI SISTEMI DI SISINFEZIONE UV-C?

    L’efficacia dei sistemi di disinfezione UV-C è facilmente riscontrabile attraverso l’analisi microbiologica o semplici tamponi che permettono di individuare la presenza di microrganismi sulle superfici interessate dal test.

    Per i Clienti più esigenti, 9REN utilizza la misura della carica batteria tramite il bio-luminometro con tampone ATP (Ensure Touch di Hyginia).

    Tuttavia per verificare con esattezza la quantità di carica microbica presente su di una superficie, in aria ed in acqua prima e dopo del trattamento è necessario affidarsi ai test di laboratorio come quelli dell’HACCP.

    DISINFEZIONE UV-C: QUALI SONO I RISCHI?

    I raggi UV-C sono molto efficaci ma devono essere utilizzati in condizioni di sicurezza per il personale coinvolto. Da evitare l’esposizione alla luce emessa dalla lampada a raggi ultravioletti, per non rischiare danni agli occhi. Le superfici di plastica o verniciate possono ingiallire, in maniera analoga a quelle esposte al sole per periodi prolungati.

    DOVE POSSO USARE I DISPOSITIVI DI DISINFEZIONE?

    Diverse aziende producono e distribuiscono dispositivi di disinfezione UV in varie configurazioni. La maggior parte è progettata per essere posizionata in un determinato ambiente ed essere trasferita dopo l’utilizzo. Esiste anche la possibilità di installare dispositivi UV fissi, pensati per il montaggio su parete.

    È SICURO EFFETTUARE LA DISINFEZIONE IN PRESENZA DI PERSONE?

    L’irraggiamento diretto va fatto necessariamente in assenza di persone. Purificatori d’aria però come il sistema UV-FAN offrono profonda disinfezione dell’aria in ogni tipo di ambiente sanitario, mantenendo la carica microbica sempre sotto controllo grazie a un’azione ininterrotta. Un sistema semplice e sicuro, senza alcuna controindicazione per il personale.

    I RAGGI UV-C SONO UTILI CONTRO COVID-19?

    Al momento non sono disponibili test specifici sulla resistenza agli UV del Coronavirus SARS-Cov-2, sono però da sottolineare alcuni esempi di letteratura scientifica circa il trattamento UV-C di virus molto simili, come quello della SARS-1 o della MERS.

    È inoltre comprovata l’efficacia dei raggi ultravioletti nella disinfezione di aria e superfici da microrganismi ben più complessi e difficili da trattare rispetto a questo virus, come C. Difficile, MRSA, Ebola e Legionella.

    Si stima che il virus Coronavirus SARS-CoV-2 possa sopravvivere sulle superfici fino a nove giorni sulla base della sua somiglianza a SARS e MERS. I disinfettanti standard sono efficaci contro la SARS-CoV-2, ma per avere ulteriore protezione e difendersi da errori nel processo di disinfezione manuale, la luce ultravioletta può essere usata per disinfettare le superfici e le attrezzature in seguito alla disinfezione chimica manuale.

    La tecnologia UV è dunque uno strumento valido nella lotta contro H1N1, SARS, MERS e ora anche COVID-19.

    Giusto ricordare che “l’utilizzo dei raggi UV non è da intendersi come sostitutivo all’uso dei disinfettanti chimici ma come tecnologia fisica ed ecologica che in combinazione con i tradizionali metodi può fare una grande differenza nel controllo delle contaminazioni di ogni tipo.”

    DISINFETTARE L’ARIA E’ UTILE PER COMBATTERE COVID-19?

    La qualità dell’aria negli ambienti interni è un valore importantissimo, in effetti la maggior parte degli abitanti del pianeta trascorre la maggior parte delle giornate chiusa all’interno di locali, senza accesso a fonti di aria buona, pulita, sana.

    L’aria ha un ruolo significativo nella trasmissione delle malattie. L’attuale Coronavirus è stato al centro di un primo esperimento, condotto dagli scienziati del laboratorio di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases: l’Istituto americano per le malattie infettive. I risultati sono stati pubblicati il 17 marzo scorso sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine. Spruzzato tramite aerosol in condizioni di laboratorio, il Coronavirus sopravvive fino a tre ore. Nel periodo tra il momento della nebulizzazione e lo scadere delle tre ore, la sua quantità si riduce significativamente (dimezzata nell’arco di un’ora). La sopravvivenza resta, tuttavia, superiore alle nostre previsioni.

    Va sottolineato però che la trasmissione avviene sempre tra persona e persona, e non direttamente attraverso l’aria. Quella che viene definita “distanza sociale” è l’unica buona pratica per evitare quindi i contagi. C’è da dire però che in un ambiente chiuso e con un limitato ricircolo d’aria i respiri e le “goccioline” emessi dalle persone starnutendo, tossendo e parlando possono concentrarsi a livelli che rendono rischiosa la presenza di più persone in caso di contagiati. La condivisione di spazi chiusi comuni è quindi da evitare quanto più possibile a meno che non ci siano sistemi che “diluiscono” la concentrazione della carica microbica o vengano previsti frequenti ricambi d’aria.

    COME POSSIAMO DISINFETTARE L’ARIA?

    Per ridurre la trasmissione delle malattie, l’aria può essere disinfettata in tre modi:

    1.Diluizione

    2.Filtrazione

    3.Purificazione per irraggiamento germicida ultravioletto (UVGI) o UV-C

    Questi approcci sono applicabili per il controllo di raffreddori, influenza, morbillo e agenti bioterroristici.

    Le lampade UV-C  possono essere utilizzate in spazi chiusi collocandole nelle condotte di ventilazione, applicando sistemi specifici per il trattamento degli  strati “superiori” dell’aria in ambienti alti più di 2,5mt e attraverso purificatori d’aria stand-alone.

    L’uso degli UV-C è raccomandato in tutti gli spazi condivisi da più persone. Le particelle infettive si spostano nell’aria sfruttando i moti convettivi dal basso verso l’alto. La completa inattivazione microbica avviene per effetto cumulativo dell’esposizione nel tempo, poiché le particelle infettive vengono trasportate ripetutamente in ricircolo. Ogni passaggio UV-C inattiva le particelle infettive fino a quando la loro concentrazione non viene efficacemente ridotta.

    PER REALIZZARE UN IMPIANTO UV-C FISSO DEVO RIFARE L’IMPIANTO ELETTRICO?

    Nella maggior parte dei casi non è necessario. Si derivano fase e neutro dall’impianto esistente, creando il numero opportuno di nuovi punti luce. L’impianto UV-C fisso è collegato ad un sistema di controllo ed automazione che ne permette la programmazione, in termini di accensione/spegnimento e ne garantisce il funzionamento sempre in assenza di personale.

    PER DIMENSIONARE UN IMPIANTO UV-C COSA SERVE?

    Conoscere il patogeno target.

    Conoscere il target di LOG REDUCTION

    Avere la geometria dell’ambiente: L x l x h

    Altri informazioni utili nel caso di impianto UV-C fisso sono:

    -Ciclo di lavoro aziendale (1-2-3 turni)

    -Caratteristiche impianto elettrico: posizione dei quadri, blindo luce si/no, controsoffitto si/no

    -Caratteristiche dell’ambiente target: ATEX, presenza di tessuti, plastiche

    SE GUARDO LA LUCE UV-C DALLA VETRINA DI UN NEGOZIO MI AMMALO?

    No. Il vetro blocca completamente raggi UV-C.

    Siamo membri attivi di
    IUVA
    INTERNATIONAL ULTRA VIOLET ASSOCIATION

    CONTATTACI

    F.A.Q. UV-C

    CHI CONSIGLIA L’USO DEI RAGGI UV-C?

    Diversi enti e organizzazioni di levatura mondiale, come WHO, EPA, CDC, ASHRAE e molti altri consigliano l’uso dei raggi UV-C per la disinfezione di acqua ambienti e sistemi dell’aria condizionata; LIGHT PROGRESS è associato IUVA (International UltraViolet Association), organismo mondiale che si occupa di raccogliere e mettere a disposizioni degli utenti tutte le informazioni disponibili e che organizza diversi meeting a livello internazionale ogni anno; IUVA, raccogliendo tutte le informazioni disponibili ha inoltre pubblicato un documento che fornisce le basi per la progettazione dei diversi sistemi e applicazioni UVGI (UltraViolet Germicidal Irradiation).

    CHE EFFETTO HANNO I RAGGI UV-C SUL CORPO UMANO?

    Una irradiazione continuativa di occhi e pelle potrebbe provocare eritemi e congiuntiviti, normalmente risolvibili in poche ore, tuttavia è bene evitare di esporsi direttamente anche per brevi periodi a fonti di raggi UV-C a breve distanza. Per evitare esposizioni dirette è sufficiente frapporre fra se stessi e la fonte UV-C qualsiasi materiale non trasparente alla luce visibile (abiti, camici o tute di cotone o lana) o anche vetri e plastiche trasparenti (maschere, caschi, occhiali appartenenti alle categorie sopra descritte.

    I RAGGI UV-C FUNZIONANO DAVVERO ?

    I raggi UV-C funzionano davvero. Già nel 1877, gli scienziati inglesi Thomas Blount e Arthur Downes scoprirono che la riproduzione di alcuni micor-organismi era bloccata dalla luce del Sole. Ulteriori ricerche portarono alla luce che questo effetto era dovuto alla parte invisibile della luce solare ovvero alle lunghezze d’onda minori di 320nm. Ma come in tutte le cose, la differenza fra un progetto di qualità che porta ai risultati attesi dal Clienti e un’applicazione superficiale senza risultati è data dalla profonda conoscenza dell’argomento e dall’esperienza acquisita nel tempo.

    COME È POSSIBILE VALUTARE L’EFFICACIA DEI SISTEMI DI SISINFEZIONE UV-C?

    L’efficacia dei sistemi di disinfezione UV-C è facilmente riscontrabile attraverso l’analisi microbiologica o semplici tamponi che permettono di individuare la presenza di microrganismi sulle superfici interessate dal test.

    Per i Clienti più esigenti, 9REN utilizza la misura della carica batteria tramite il bio-luminometro con tampone ATP (Ensure Touch di Hyginia).

    Tuttavia per verificare con esattezza la quantità di carica microbica presente su di una superficie, in aria ed in acqua prima e dopo del trattamento è necessario affidarsi ai test di laboratorio come quelli dell’HACCP.

    DISINFEZIONE UV-C: QUALI SONO I RISCHI?

    I raggi UV-C sono molto efficaci ma devono essere utilizzati in condizioni di sicurezza per il personale coinvolto. Da evitare l’esposizione alla luce emessa dalla lampada a raggi ultravioletti, per non rischiare danni agli occhi. Le superfici di plastica o verniciate possono ingiallire, in maniera analoga a quelle esposte al sole per periodi prolungati.

    DOVE POSSO USARE I DISPOSITIVI DI DISINFEZIONE?

    Diverse aziende producono e distribuiscono dispositivi di disinfezione UV in varie configurazioni. La maggior parte è progettata per essere posizionata in un determinato ambiente ed essere trasferita dopo l’utilizzo. Esiste anche la possibilità di installare dispositivi UV fissi, pensati per il montaggio su parete.

    È SICURO EFFETTUARE LA DISINFEZIONE IN PRESENZA DI PERSONE?

    L’irraggiamento diretto va fatto necessariamente in assenza di persone. Purificatori d’aria però come il sistema UV-FAN offrono profonda disinfezione dell’aria in ogni tipo di ambiente sanitario, mantenendo la carica microbica sempre sotto controllo grazie a un’azione ininterrotta. Un sistema semplice e sicuro, senza alcuna controindicazione per il personale.

    UV-C e COVID-19

    I RAGGI UV-C SONO UTILI CONTRO COVID-19?

    Al momento non sono disponibili test specifici sulla resistenza agli UV del Coronavirus SARS-Cov-2, sono però da sottolineare alcuni esempi di letteratura scientifica circa il trattamento UV-C di virus molto simili, come quello della SARS-1 o della MERS.

    È inoltre comprovata l’efficacia dei raggi ultravioletti nella disinfezione di aria e superfici da microrganismi ben più complessi e difficili da trattare rispetto a questo virus, come C. Difficile, MRSA, Ebola e Legionella.

    Si stima che il virus Coronavirus SARS-CoV-2 possa sopravvivere sulle superfici fino a nove giorni sulla base della sua somiglianza a SARS e MERS. I disinfettanti standard sono efficaci contro la SARS-CoV-2, ma per avere ulteriore protezione e difendersi da errori nel processo di disinfezione manuale, la luce ultravioletta può essere usata per disinfettare le superfici e le attrezzature in seguito alla disinfezione chimica manuale.

    La tecnologia UV è dunque uno strumento valido nella lotta contro H1N1, SARS, MERS e ora anche COVID-19.

    Giusto ricordare che “l’utilizzo dei raggi UV non è da intendersi come sostitutivo all’uso dei disinfettanti chimici ma come tecnologia fisica ed ecologica che in combinazione con i tradizionali metodi può fare una grande differenza nel controllo delle contaminazioni di ogni tipo.”

    DISINFETTARE L’ARIA E’ UTILE PER COMBATTERE COVID-19?

    La qualità dell’aria negli ambienti interni è un valore importantissimo, in effetti la maggior parte degli abitanti del pianeta trascorre la maggior parte delle giornate chiusa all’interno di locali, senza accesso a fonti di aria buona, pulita, sana.

    L’aria ha un ruolo significativo nella trasmissione delle malattie. L’attuale Coronavirus è stato al centro di un primo esperimento, condotto dagli scienziati del laboratorio di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases: l’Istituto americano per le malattie infettive. I risultati sono stati pubblicati il 17 marzo scorso sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine. Spruzzato tramite aerosol in condizioni di laboratorio, il Coronavirus sopravvive fino a tre ore. Nel periodo tra il momento della nebulizzazione e lo scadere delle tre ore, la sua quantità si riduce significativamente (dimezzata nell’arco di un’ora). La sopravvivenza resta, tuttavia, superiore alle nostre previsioni.

    Va sottolineato però che la trasmissione avviene sempre tra persona e persona, e non direttamente attraverso l’aria. Quella che viene definita “distanza sociale” è l’unica buona pratica per evitare quindi i contagi. C’è da dire però che in un ambiente chiuso e con un limitato ricircolo d’aria i respiri e le “goccioline” emessi dalle persone starnutendo, tossendo e parlando possono concentrarsi a livelli che rendono rischiosa la presenza di più persone in caso di contagiati. La condivisione di spazi chiusi comuni è quindi da evitare quanto più possibile a meno che non ci siano sistemi che “diluiscono” la concentrazione della carica microbica o vengano previsti frequenti ricambi d’aria.

    Troubleshooting

    COME POSSIAMO DISINFETTARE L’ARIA?

    Per ridurre la trasmissione delle malattie, l’aria può essere disinfettata in tre modi:

    1.Diluizione

    2.Filtrazione

    3.Purificazione per irraggiamento germicida ultravioletto (UVGI) o UV-C

    Questi approcci sono applicabili per il controllo di raffreddori, influenza, morbillo e agenti bioterroristici.

    Le lampade UV-C  possono essere utilizzate in spazi chiusi collocandole nelle condotte di ventilazione, applicando sistemi specifici per il trattamento degli  strati “superiori” dell’aria in ambienti alti più di 2,5mt e attraverso purificatori d’aria stand-alone.

    L’uso degli UV-C è raccomandato in tutti gli spazi condivisi da più persone. Le particelle infettive si spostano nell’aria sfruttando i moti convettivi dal basso verso l’alto. La completa inattivazione microbica avviene per effetto cumulativo dell’esposizione nel tempo, poiché le particelle infettive vengono trasportate ripetutamente in ricircolo. Ogni passaggio UV-C inattiva le particelle infettive fino a quando la loro concentrazione non viene efficacemente ridotta.

    PER REALIZZARE UN IMPIANTO UV-C FISSO DEVO RIFARE L’IMPIANTO ELETTRICO?

    Nella maggior parte dei casi non è necessario. Si derivano fase e neutro dall’impianto esistente, creando il numero opportuno di nuovi punti luce. L’impianto UV-C fisso è collegato ad un sistema di controllo ed automazione che ne permette la programmazione, in termini di accensione/spegnimento e ne garantisce il funzionamento sempre in assenza di personale.

    PER DIMENSIONARE UN IMPIANTO UV-C COSA SERVE?

    Conoscere il patogeno target.

    Conoscere il target di LOG REDUCTION

    Avere la geometria dell’ambiente: L x l x h

    Altri informazioni utili nel caso di impianto UV-C fisso sono:

    -Ciclo di lavoro aziendale (1-2-3 turni)

    -Caratteristiche impianto elettrico: posizione dei quadri, blindo luce si/no, controsoffitto si/no

    -Caratteristiche dell’ambiente target: ATEX, presenza di tessuti, plastiche

    SE GUARDO LA LUCE UV-C DALLA VETRINA DI UN NEGOZIO MI AMMALO?

    No. Il vetro blocca completamente raggi UV-C.

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